Antiquariato

"Il y a quelques années, je pensais que la technologie changerait l'être humain. Aujourd'hui, je pense qu'elle va changer la perception qu'on a de l'être humain."

Sabato scorso su Le Monde è comparsa un'intervista al professor Ollivier Dyens a proposito del suo suo libro “La condition inhumaine”. Il titolo dell'articolo parla di rivoluzione, alludendo a quella percezione di cambiamento dettato dalla tecnologia che sembra aver toccato un po' tutti.

Da Flickr

"la realtà, la realtà la realtà, la realtà la realtà, la realtà la realtà, la realtà" Musicista contabile - Afterhours - 1997

 

La tentazione di entrare in un discorso sul reale è molto forte. Spinto da gabgolan nel suo commento, ma anche, casualmente, da letture di filosofia antica. Tempo fa, quando l'informatica era per me più oscura di quanto lo sia ora mi chiedevo "dove sono gli ipertesti? dove esistono?". Percepivo un forte distacco tra l'essere degli ipertesti (e del web) sullo schermo, dove erano presenti a noi utenti e il loro essere sul disco, dati immobili fino al risveglio. E ancora di più era misteriosa l'essenza dei filmati, che non venivano salvati in nessuna cache...

Dies irae - Kurt Wenner - Anamorfosi

 

 

 

Io sono un pescatore di asterischi sotto un'onda a forma di parentesi rotonda che mi porta via Il pescatore di asterischi - Samuele Bersani - 2000

C'è stato un tempo in cui la connessione ad Internet avveniva a 56k. Tempi in cui i pionieri della rete erano già stati raggiunti dalle prime grandi ondate di utenti. Le compagnie telefoniche passavano dalla tariffa urbana a tempo per la connessione a offerte flat, e s'appariva all'orizzonte l'ISDN. Qualcuno vagheggiava di stabili connessioni DSL. In quel tempo mitico i navigatori affollavano chat dove ancora si parlava di netiquette (poche regole di civile conversazione) utlizzando alcuni servizi di messaging personale (ICQ era coloratissimo) e soprattutto le reti IRC.