91 discutibili tesi… per cosa?

91 discutibili tesi… per cosa?

Ho appena finito di leggere il pamphlet di Gianluca Degoli “[mini]marketing91 discutibili tesi per un marketing diverso, pubblicato da Simplicissimus Book Farm. Lettura agile, per la capacità di sintesi, lettura complessa perchè la stessa sintesi si apre a una quantità di approfondimenti e riflessioni e declinazioni. Provate a sostituire al concetto di prodotto il concetto di idea politica e vedrete cosa succederà… Però qualcosa non mi torna. Il rapporto tra il titolo e la prima tesi ad esempio, nella quale si riafferma la morte del marketing. Ma nel titolo non si parlava di un marketing diverso? Hmm…

Tra le varie tesi esposte mi vorrei soffermare però su una:

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Non riuscirete più a separare la conversazione online
dalla conversazione off-line. Ne esiste una sola.

Pratico la rete da anni, ma quello che mi sta capitando con Facebook ultimamente mi sorprende. Persone diffidenti, che non avrebbero mai parlato della loro navigazione, dei siti visti, improvvisamente le trovi a parlare di Facebook, e collateralmente delle altre esperienze sul web. Facebook come prodotto in sè e Facebook come cavallo di troia per rendere “quotidiano”, “normale”, “socialmente accettato” il proprio alter-ego web. Che possa essere il segno di un cambiamento della percezione diffusa di Internet da spazio degli smanettoni ad ambiente di naturale estensione delle proprie attività? Intanto contribuisce a far sparire i nickname, e per quanto io sia legato al mio vecchio nick di IRC, non posso che ritenerlo un bene, visto che in Italia la maschera di carnevale è molto meno diffusa dei mascheramenti delle onorate società e delle maldicenze.

Web 2.0 è responsabilità personale?

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