C’era una volta San Benedetto

C’era una volta San Benedetto

Dalla pagina San Benedetto del Tronto – Turismo del sito ufficiale del Comune

La consistenza ricettiva, tra esercizi alberghieri, appartamenti e campeggi, è notevole: San Benedetto del Tronto vanta oltre 120 esercizi tra alberghi e residence per una disponibilità di circa 8 mila posti letto ai quali si aggiungono i 13 mila degli appartamenti privati.
Numerosi sono gli impianti sportivi ele attività legate alla presenza del mare come il porto turistico edil Circolo nautico.San Benedetto rappresenta la prima realtà turistica delle Marche, con oltre 2 milioni di presenze all’anno. La vicinanza di San Benedetto del Tronto a verdeggianti colline con importanti borghi di origine medievale permette interessanti escursioni per gli appassionati d’arte e di storia nel raggio di pochi chilometri.Un video su San Benedetto. Visita della città in bici: locali, lungomare e tanto divertimento!

Spiaggia solitaria della Riviera Adriatica

Si potrebbe ragionare del linguaggio usato per parlare della città e dell’offerta turistica, ma andiamo oltre.
Andiamo all’ordinanza che disciplina gli orari delle attività commerciali durante il periodo estivo, presentata in conferenza stampa ma non ancora operativa.

Per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande è fissato l’orario minimo di 6 ore e quello massimo di 21 ore giornaliere. Gli orari devono essere compresi tre le 5 alle 2.
Rosticcerie, friggitorie, pizzerie al taglio, vendite di kebab, pasticcerie e gelaterie dovranno chiudere i battenti inderogabilmente alle ore 24 nel periodo estivo e alle 22 nel periodo invernale.
Viene posto un punto fermo anche sugli orari degli chalet che potranno essere aperti dalle 6 del mattino alle 3 di notte. Paletti anche per gli internet point  che potranno stare aperti soltanto nella fascia oraria che va dalle 7 alle 22.
Il segnale

L’intenzione dichiarata è quella di riordinare il settore, ma sembra evidente che ci siano trattamenti molto diversi per attività simili tra loro.
La vocazione turistica della città è in discussione da diversi anni
, così come la vocazione alla pesca o alla filiera del freddo.Dopo la magra figura del ripascimento delle spiagge era difficile immaginare un’altra scelta così contraddittoria per una città che si vanta d’essere “la prima località turistica” della regione.
Ci si aspetta dalla politica una gestione che (almeno qualche volta) indirizzi e faccia scelte, anche di lungo periodo.
Qui sembra che l’unica risposta che si vuole dare sia a chi telefona in Comune per lamentarsi di vivere in una località turistica.

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