se guardi nelle tasche della sera…

se guardi nelle tasche della sera…

Ho sempre avuto le tasche piene di oggetti. Appartengo a quella specie di persone che fatica a buttare le cose che raccoglie. Pezzi di spago, fermagli, elastici. Ho dovuto fare uno sforzo per imparare a lasciarli da parte, a svuotare le tasche che mano a mano si riempivano. Il vizio non mi è passato del tutto. Mi ritrovo spesso scontrini di bar e di autogrill dove sono entrato una sola volta e che casualmente mi ricordano un posto e delle persone. Forse li lascio in tasca per quello, perchè possano saltar fuori un giorno per sbaglio.

Simili alle tasche sono le pagine delle mie agende, le borse di tutte le taglie, nelle quali si accumulano gli episodi di un viaggio. Mi piace raccogliere e tenere insieme tutti i titoli di viaggio, i biglietti navali, gli adesivi degli aeroporti, i biglietti degli autobus. Li metto da parte, aspettando che saltino fuori anche loro un giorno a ricordarmi qualcosa che non sapevo più.

Il titolo del blog l’ho pescato da Un altro giorno è andato di Francesco Guccini. E’ un titolo di viaggio. Cercherò di parlare di canzone prossimamente, anche se non avrà molto a che fare con la tecnologia e coi viaggi, che è invece il nodo su cui voglio scrivere. Le canzoni però saranno come i biglietti che ho messo da parte, salteranno fuori a darmi un ricordo o a sollecitare una riflessione o solo perchè mi sono passate per la testa due parole.

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