Quella di seguito è a trascrizione delle osservazioni che Francesco Merlo ha rivolto questa mattina dai microfoni di Prima Pagina su Rai Radio 3 a proposito di Internet e Facebook. Fa riferimento ad una notizia che si può trovare in vari giornali relativa ad un’applicazione per Facebook in cui si può giocare al camorrista.
La parte più importante mi sembra quella relativa al linguaggio con vengono liquidati gli utenti di Internet e gli argomenti coi quali si affrontano i temi complessi del social network.
Qui l’intero podcast del 30 novembre. L’intervento su Internet comincia al minuto 39.00.
Dove stanno le stranezze oggi? Dove sta anche la democrazia, e cioè su Internet. Prendo su Repubblica di oggi il titolo “Un gioco per diventare camorristi”. […]
Nel gruppo ci sono 6599 utenti attivi. Che evidentemente sono degli sfaccendati come quasi tutti gli internauti. Però sono anche delle persone che cercano qualcosa. Gli internauti sono delle persone che cercano anche dei bisogni psicologici. C’era un famoso scrittore americano che diceva “meno male che c’è Internet almeno tutti quanti i pervertiti stanno seduti a tavolino” invece di minacciare le persone per strada.[…]
Sono applicazioni che non sono state sviluppate da Facebook, come spiega lo stesso social network. Che naturalmente mette le mani avanti, stanno lì dentro, sono lì dentro dice, ma non le hanno fatte loro. Ci stanno, arrivano così, come sempre. Anno di uscita mai, li condannerei a stare tutta la vita su Facebook. Voi sapete che Facebook in alcuni paesi, sto parlando degli Stati Uniti è stato proibito ai minori di 13 anni. Io ho una figlia di 13 anni e sta spesso su Facebook e anche per questo sono arrabbiato un po’ arrabbiato come avete potuto sentire, e possiamo anche riderci sopra. […]
Un’altra opzione è restare un cane sciolto. Che è un bel termine. Io resterei un cane sciolto, ma se uno è un cane sciolto non va su Facebook, va lì dove sono i cani sciolti cioè nelle strade libere.Francesco Merlo
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