La trasgressione non è concessa

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La trasgressione non è concessa

Questo post nasce in origine per il magazine online Tuttomondo, ma poi ho trasgredito i tempi di consegna e ho deciso di pubblicarlo lo stesso qua.

Negli ultimi mesi il numero di utenti di Facebook in America del Nord ha registrato il primo calo dalla nascita della piattaforma. Un calo che si è presentato più forte nelle fasce più giovani, quelli di cui Facebook non riesce a parlare la lingua. Gli utenti più giovani preferiscono altri ecosistemi, altre modalità di relazione, rappresentate da Snapchat, Instagram, Whatsapp e Facebook Messenger (le ultime tre applicazioni di proprietà di Facebook Inc.). Di queste piattaforme l’unica con un’interfaccia browser pientamente funzionale è Facebook, a segnare una forte distanza nella esperienza d’uso degli altri servizi, nativamente mobile e quindi sempre connessa e reattiva. L’altra, fondamentale, differenza è la mancanza di un profilo pubblico se non limitato a scarne informazioni. Si parla per questi ambienti di dark social, perché quasi tutto avviene all’oscuro di un osservatore esterno. I contenuti che vengono pubblicati sono indirizzati ad un pubblico ristretto, nel quale non avviene il cosiddetto collasso dei contesti. La studiosa di social media Danah Boyd ha individuato nel context collapse il momento in cui i messaggi destinati inizialmente ad un contesto, ad esempio quello ludico o familiare, raggiungono un contesto diverso, ad esempio quello lavorativo, che di quei messaggi trarrà interpretazioni diverse. All’interno di Facebook i contesti sono difficilmente separabili, anche impostando correttamente tutte le opzioni di privacy. Quale adolescente vorrebbe che i propri messaggi destinati agli amici finiscano sotto la lente degli adulti? Quale spazio rimane per la trasgressione, quando i contesti collassano?
Il numero di coppie che si sono conosciute attraverso Internet, e in molti casi si sono sposate, è in forte aumento, dicono diverse ricerche. I siti e le applicazioni di dating contano milioni di utenti. In Italia Badoo ha resistito a lungo nelle prime posizioni dei social più utilizzati, pur rivolgendosi esclusivamente all’organizzazione di appuntamenti. Ogni sito, ogni applicazione ha caratteristiche proprie: Meetic, Tinder, hanno un carattere generalista, Grindr o Her si rivolgono ad un pubblico omosessuale, altre puntano sull’immediatezza e sulla furtività dell’incontro. In tutti i casi è importante mantenere la riservatezza. Non a caso fecero scalpore i furti di password di siti come Match.com o Adult Friend Finder che custodivano i profili privatissimi di milioni di persone. La trasgressione digitale ha bisogno che il paraninfo sia discreto e affidabile.
Il nickname e l’avatar della prima età del web erano maschere che ciascuno caricava di una serie di valori, segno di una potenzialità di costruire una identità digitale coerente, sovrapponibile alla propria persona pubblica e che non si scontrava necessariamente con la banalità dei contesti quotidiani. Queste forme di anonimato davano la possibilità di tirare fuori il meglio (e il peggio) di noi superando il confine dei contesti di partenza. Tuttavia l’identità digitale rimaneva costante e conosciuta da una cerchia che si allargava progressivamente sulla base di affinità elettive, di scelte progressive. Si cercavano nello stesso tempo regole condivise attraverso le quali strutturare queste relazioni sociali. Il Jargon file, un documento che raccoglieva e classificava la cultura degli hacker, era conosciuto dai pochissimi ma la netiquette che codificava piano piano si estendeva per passaparola agli utenti newbie, novellini, anche attraverso la stampa di costume.
Allo stesso tempo il web nella sua prima fase prevedeva una fruizione aperta, di link in link, tanto da impiegare le metafore navigare, surfare, per dire la possibilità di una rotta mutevole. L’ecosistema del mobile, attraverso le app, ha rafforzato invece i cosiddetti walled garden nei quali l’esperienza si esaurisce più facilmente in una relazione con un numero ridotto di fonti. Il walled garden moderno si trova all’opposto dell’hortus conclusus idealizzato dagli intellettuali del passato: entrambi sono ambienti protetti, ma mentre il giardino umanista è l’ambiente destinato al piacere coi pochi eletti, l’ingresso nel giardino social contemporaneo è determinato da algoritmi che decidono per noi le persone con le quali vorremmo socializzare. Più interagiamo con una persona, maggiormente compariranno i suoi contenuti o ci verrà proposta in chat, un po’ come se nutrissimo i bambini solamente di dolci.
Gli algoritmi che determinano il flusso di stimoli arrivano a realizzare delle bolle o delle camere dell’eco nelle quali lo stimolo inatteso, l’impulso occasionale trovano sempre meno spazio, limitando la serendipity, la possbilità di uno scarto laterale. La trasgressione oggi è un privilegio culturale, è la capacità di superare limiti invisibili e dei quali raramente siamo consapevoli, ma molto più subdoli e stringenti dei limiti delle convenzioni sociali.
In una vecchia intervista Francesco Guccini raccontava di come, da giovane, la trasgressione fosse rappresentata da un tale che frequentando case di piacere voleva versare marsala sulle tette della signorina. Una rottura ingenua nella quale il semplice marsala acquisiva valori esotici, lussosi e lussuriosi. In questo ambiente digitale la trasgressione più radicale è riuscire a superare gli schemi e le ripetizioni dei comportamenti indotti dalla gamification nelle applicazioni e nei servizi. Oggi la trasgressione reale non può essere semplicemente istintuale. Le app di incontri raccolgono dati su di noi e li utilizzano. Anche quando pensiamo di guardare, non visti, siamo osservati. Pornhub, sito che pubblica pornografia, ci ha raccontato i comportamenti degli italiani intorno alla trasmissione delle partite di calcio o degli hawaiani durante l’allarme per un attacco missilistico, senza bisogno delle interviste dei Comizi d’amore di Pasolini.
La trasgressione non va confusa con la concessione di spazi organizzati per il divertimento, quale che sia, ma richiede la conquista di un territorio personale dove il controllo esterno è eluso. La trasgressione oggi richiede appropriazione della consapevolezza nelle scelte, è autonomia di uso delle tecnologie.

Photo by Dominik Vanyi on Unsplash

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